Rigoletto, Carlo Felice, 24 novembre 2013
Rigoletto | Carlos Almaguer |
Gilda | Cinzia Forte |
Duca di Mantova | Shalva Mukeria |
Sparafucile | Gianluca Buratto |
Maddalena | Nino Surguladze |
Il Conte di Monterone | Seung Pil Choi |
Marullo | Claudio Ottino |
Borsa | Enrico Salsi |
Il Conte di Ceprano | Alessio Bianchini |
Direttore | Fabio Luisi |
Regia | Rolando Panerai |
Scene | Enrico Musenich |
Costumi | Regina Schrecker |
Allestimento | Fondazione Carlo Felice |
Bello, bello, bello! Ho scelto di andare a vedere il Rigoletto perchè volevo portarci i miei, che avevo già trascinato a vedere la Traviata; non essendo propriamente dei melomani, mi piaceva continuare con la trilogia verdiana, che in quanto a pop, si va alle stelle. Insomma, scelto per futili motivi, senza nemmeno spulciare interpreti e cast, ma quanta soddisfazione!
Intanto: Carlos Almaguer. Nonostante la mia propensione (o perversione?) a smaniare per voci baritonali proprio come la sua, mi era completamente sconosciuto. Ovvio che sono stata ben felice di colmare la lacuna. Il suo è stato davvero un buon Rigoletto: un bel vocione potente che però sapeva adattarsi a sfumature più drammatiche.
Conoscevo invece Cinzia Forte, ma non l'avevo mai vista dal vivo, quindi gran bella sorpresa vederla fra il cast. Brava. I duetti fra lei e Almaguer non deludevano le aspettattive, strappa-applausi assicurati!
Nota di costume: la signora seduta di fronte a me (indebitamente, ha occupato un posto vacante) se l'è presa con la signora seduta dietro che ha osato appaludire Si, vendetta prima che l'orchestra avesse terminato. Come se fosse stata l'unica. Come se l'orchestra finisse in un delicato, malinconico sfumato. Come se il brano non fosse una PERFETTA macchina per far venire giù il teatro per l'entusiasmo del pubblico.
Devo ammettere che io non applaudo molto spesso, preferisco aspettare la fine della scena, mentre alla conclusione del pezzo chiuso applaudo solo in casi di ottima riuscita del brano e comunque, in effetti, aspetto che anche l'orchestra finisca. Però che il talebanesimo bayreuthiano arrivi a pretendere il silenzio assoluto alla fine del secondo atto del Rigoletto, bè, che cazzo, mo' si esagera! Fine nota di costume.
Bravi anche Gianluca Buratto (uno Sparafucile con le giuste note bassiiiisssssime, strappa-applausi anche queste), Nino Surguladze (Maddalena) e Seung Pil Choi (Monterone). Una mezza fetecchia (termine tecnico) il Duca di Mantova di Shalva Mukeria: per i primi due atti mio padre, che è sordastro (sua definizione) non riusciva neanche a sentirlo, per fortuna si è ripreso nel terzo atto, che se mi rovinava il quartetto potevo reagire molto male.
Belle le scene e i costumi. Piacevole regia old style, personalmente a fine spettacolo ho osannato Panerai non tanto per la regia quanto per il solo fatto che esista. Geniale il cambio scena a vista nel primo atto, vedere i potenti mezzi del Carlo Felice in azione ha emozionato tutti; ho ritenuto gli applausi altrettanto naif che quelli fatti all'atteraggio di un aereo, però è stato indiscutibilmente bello.
E la volete sapere una cosa? Mia madre ha preferito il Rigoletto all'eroico martirio amoroso di Violetta. Incredibile ma vero. Magari al prossimo giro la musica di Verdi riesce pure a farle digerire la truculenza del Trovatore, sono aperte le scommesse.
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