martedì 8 dicembre 2015

Un ballo in maschera senza il ballo in maschera

Il 15 aprile 1865 Abraham Lincoln veniva assassinato. Il luogo era il Teatro Ford di Washington. L'assassino era John Wilkes Booth, uno dei più stimati attori dell'epoca. Da tempo cospirava per rapire o uccide il presidente e capì subito che quella sera era la sua occasione. Era in scena Our American Cousine, brillante commedia in cui un ruspante americano incontra i suoi compassati parenti inglesi per rivendicare le sue proprietà. Booth non faceva parte della compagnia che si stava esibendo, ma conosceva bene quel teatro, quasi una seconda casa. Faceva parte di una famiglia di attori, fin dalla nascita sapeva riconoscere il momento in cui l'attenzione degli spettatori è rapita verso il palcoscenico. Infatti quella sera aspettò il climax dello spettacolo, aspettò il monologo del protagonista, dalla irresistibile comicità, entrò nel palco presidenziale e sparò alla testa dell'uomo che riuscì a far abolire la schiavitù negli Stati Uniti d'America. 

Spero di essere stata degna di Carlo Lucarelli nel racconto dell'avvenimento, ma perché l'ho scritto? Tanto per mettere in chiaro che Booth aveva una sensibilità molto più acuta verso il perfetto coupe de theatre rispetto a Nicola Berloffa. Un ballo in maschera del Teatro Sociale è stata una delle regie più fastidiose che abbia visto, dimostrazione che non c'è bisogno di essere provocatori per essere molesti, basta fare le cose ad minchiam canis. Sicuramente la mia scarsa salute di quella sera non ha aiutato ad apprezzare ciò che c'era di buono nella recita, tanto che ho deciso di andarmene alla fine del secondo atto, perdendomi il ballo in maschera. Per questo è inutile fare una recensione vera e propria, ma questo è uno di quei casi in cui le scelte registiche rovinano le performance degli artisti: la scenetta di Lincoln che viene ucciso uccide l'ouverture, Oscar vestit@ per la caccia alla volpe (?!?!?!??) con tanto di frustino orgogliosamente agitato distrae da tutto il resto e Ulrica che fa la maglia mentre invoca Satana concentra l'attenzione sulla sciarpetta della Roma.


IL TRIO Marchesini Solenghi Lopez - ridoppiaggio comico dei film "Quo Vadis" e "Via col vento" from Messer Cappellaio on Vimeo.

Rinuncio quindi a parlare dei cantanti, troppo infastidita per apprezzare chiunque.