lunedì 18 giugno 2012

La morte lo colse mentre lavorava all'opera postuma dei suoi eteronimi

More about La letteratura nazista in America La letteratura nazista in America di Roberto Bolaño consta di un gruppo di 30 biografie e di un ricco apparato bibliografico, entrambi  rigorosamente inventati.
Una genuina falsa antologia di romanzieri, poeti e saggisti simpatizzanti del Terzo Reich sparsi per le Americhe: annoiate esponenti dell'alta società argentina, carcerati statunitensi, maestri di scuola elementare cileni, smargiassi caraibici, intellettualoidi brasiliani, ultrà del Boca e altra varia umanità, spesso non così "ariana" come vorrebbe. Ridiamo della loro pochezza intellettuale, delle loro opere illegibili, delle loro idee strampalate, delle loro vite da geni mancati. Eppure quasi mai ci lascia un senso di inquietudine, perchè servono le dittatture dell'America Latina, perchè quando non uccidono o torturano in prima persona, seminano odio in nome di una purezza della razza ancor più fittizia delle loro biografie. Perchè, pirandellianamente, si possono considerare ridicoli la loro mediocrità e la loro incoerenza fin tanto che non capiamo che si tratta anche della nostra mediocrità, della nostra incoerenza.

venerdì 1 giugno 2012

Sono giornate davvero complicate, ma devo trovare qualcosa di positivo, possibilmente anche consolante. Il mio sorprendente innamoramento per Rogier van der Weyden penso possa rientrare nella categoria. Sorprendente perchè avevo apprezzato dal vivo alcuni suoi capolavori, a Madrid e a Vienna per esempio. Eppure, pur parendomi bellissimi, non era scoccata la scintilla (si dice così); forse doveva capitare proprio in questa settimana così stressante che io potessi capire l'arte di questo grande non solo con la mente, ma con un più completo coinvolgimento. Mi godo la (ri)scoperta, cerco di dimenticare il resto.





venerdì 18 maggio 2012

Il paesaggio veneto

Come al solito mi riduco nell'ultima settimana disponibile, ma finalmente sono andata a vedere Tiziano e la nascita del paesaggio moderno a Palazzo Reale! Sembra una mostra fatta apposta per me e la mia passione per il Rinascimento veneto, prova ne sia che io sono stata fra le sale dell'esibizione circa due ore, mentre quelle poche persone che l'hanno visitata nello stesso periodo di tempo se la saranno cavata in poco più di mezz'ora. Ma come si fa a staccarsi da capolavori come La prova del fuoco di Mosè di Giorgione (che è quello qui a sinistra, preso da www.museogiorgione.it)? Ogni particolare è un mondo da scoprire!
Percorso, cartellini, spiegazioni sono tutti incentrati sul concetto di paesaggio per i pittori veneti fra la fine del secolo V e il secolo VI. La prima sala accoglie il visitatore con la splendida Crocifissione nel paesaggio di Giovanni Bellini seguita dal Giorgione già ricordato e dalla Sacra conversazione di Tiziano, opera giovanile del cadorino. E devo ammettere che ho apprezzato che i mostri sacri stessero tutti all'inizio, così da cominciare la visita con summo gaudio e dedicarmi alle caccia ai tesori delle altre sale con più allegria (tesori che comprendono Tobiolo e l'angelo della stesso Tiziano o Ninfa in un paesaggio di Palma il Vecchio, fra gli altri). L'esibizione poi finisce in bellezza: oltre all'immancabile (ma sempre apprezzato) pecorume e pastorume vario di Jacopo da Bassano, Rebecca al pozzo di Paolo Veronese e il Narciso di Tintoretto sono un dessert niente male.

In una saletta a parte, il FAI, che patrocina l'esibizione, ci fa riflettere su quanto paesaggio in Italia è andato perduto grazie alle illuminanti parole di Pier Paolo Pasolini in un documentario del 1974 per la Rai.

Nemo propheta in patria...

giovedì 10 maggio 2012

Testi per nulla

Sapeva quello che voleva, forse anche quello che avrebbe voluto.
Samuel Beckett, Testi per nulla, II